vari visitatori dei templi di Vijayanagar. 4 giugno 2006 – 857

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[…] andateci [,ad Hampi].

fosse solo per vedere seduti su un sasso il geco prudente dalla testa rossa che sbuca accanto a voi. […]

https://corpus0blog.wordpress.com/2016/06/05/hampi-5-giugno-2006-mail/

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infatti, nonostante il titolo ambiguo del post e del video, e la foto di copertina scelta da Youtube per il video, i visitatori delle rovine attorno ad Hampi, a volerli chiamare così, che compaiono nelle riprese, sono appunto i gechi che le popolano, di vari colori, anche vivacissimi e strani, l’upupa e il falco che vola alto su di loro.

ci sono anche degli umani, d’accordo: sono i soliti indiani discreti e gentili; ma appaiono come un poco fuori posto, in mezzo ai templi abbandonati e alle rocce furiosamente rosa che li attorniamo.

è la natura che ha vinto su Vijayanagar, Città della Vittoria.

al punto tale che oggi si fa quasi fatica, qui, ad usarne il nome che suona paradossale.

e gli uomini stessi del luogo, che pure compaiono qua e là, sembrano una presenza quasi imbarazzante e un poco fuori posto.

2 risposte a "vari visitatori dei templi di Vijayanagar. 4 giugno 2006 – 857"

  1. Credo che Hampi abbia sostituito il nome originale della città, Vittoria, lo scrivo in italiano perché non lo ricordo in indiano.

    I gechi coloratissimi curiosi (a me sembravano le lucertole canguro ahahh, ma tu eri lì io qua né sono un falco),

    intanto i falchi fanno i loro bei voli, e le upupe cantano, a volte il verso è un po’ rauco.

    Restano i templi e le macerie quasi incastonate fra le pietre che si protraggono per chilometri e chilometri, come mura naturali, e la flora non sempre rigogliosa.

    Testimonianza di una storia antica, mi viene in mente “cimitero irreale”, dove i morti sono spariti.

    Gli animali e le piante lo rendono vivo, forse proprio la presenza umana sembra di troppo, non lo so…

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    1. be’ forse il nome di Città della Vittoria (in lingua kannaḍa, cioè quella dello stato del Karnataka, nel quale ci troviamo) è sparito perché suonava troppo sarcastico, anche senza volerlo, visto la fine che ha fatto questa grande civiltà, e prima o poi dovrò anche spiegare come e perché è sparita.

      che esistessero le lucertole canguro nemmeno lo sapevo, figurati, e ora guardando in internet, ho anche visto che ne è stata scoperta recentemente un nuova specie, nello stato non troppo lontano del Kerala.
      però la postura di quelle che ho filmato non mi sembra quella tipica di queste lucertole, che vedo che tu conosci meglio di me… ;-).
      e siccome non mi sono sembrate lucertole classiche, ho finito col chiamarli gechi, per dargli un nome che marcasse la differenza.
      gechi come quello che mi sono trovato in casa a Brescia al quinto piano, una volta, e potrebbe esserci arrivato in valigia, da uno dei miei viaggi, sopravvissuto per un po’ mangiando mosche e formiche…
      ma chissà alla fine che cosa sono davvero.

      anche l’uccello che ho definito upupa, per una vaga somiglianza della cresta di piume, quasi sicuramente non lo è.

      l’idea che hai suggerito di Hampi come un cimitero irreale mi pare molto azzeccata e illuminante: perché qui infatti sono morti gli uomini del potere, e queste rovine sono il loro cimitero, da cui sono spariti perfino come cadaveri o scheletri, e invece questo cimitero degli uomini potenti è poi il trionfo della natura immortale.

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