mister anaconda: il pene più grande del mondo, a Kandy – 25 luglio 2004 – Sri Lanka 2004-2005 66

il titolo un poco delirante di questo post e del relativo video fu uno sfizio che volli prendermi nel 2011, quando ne pubblicai la sua prima versione (lunga, anche lei, ahah), sul mio canale Youtube.

era una specie di test sulla stupidità degli spettatori di Youtube, che sarebbero stati catturati da questo titolo civetta, scommettevo.

scommessa vinta, il video è il secondo più visto sul mio canale, e ha racimolato sinora quasi 28mila visualizzazioni, e per la cronaca è piaciuto a 14 spettatori, mentre 8 hanno dichiarato la loro delusione.

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oggi ne presento una nuova versione, separando in due video ben distinti il montaggio originario, ma mantengo simile il titolo.

aldilà di questo, volutamente fuorviante, il video è piuttosto curioso, perché documenta non soltanto la particolarità anatomica di un elefante maschio patriarcale, che suppongo sia anche eccitato sessualmente in quel momento, altrimenti non saprei che cosa pensare – ma non è neppure chiaro che cosa possa risvegliare il suo desiderio.

documenta anche lo strano rito quasi di iniziazione, a cui un padre, che a noi appare snaturato, sottopone la sua bambina quasi neonata, facendola passare sotto l’elefante, e vicino al suo membro presumibilmente in erezione.

la cosa può suscitare in noi perfino un briciolo di orrore e certamente una piena sensazione di malessere, ma sottoporre le bambine a prove di coraggio con gli elefanti è una cosa che ho visto praticare anche in qualche santuario indiano, dove vive qualche altro elefante sacro.

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insomma, tutta questa chiacchierata per dirvi che attorno al culto dell’elefante convergono sia il buddismo singalese, sia l’induismo, e che il sacro rispetto per questo animale imponente e (quasi sempre) pacifico è un tratto trasversale alle due religioni: un poco sconcertante per noi che esso sia collegato anche ad una specie di propiziazione sessuale a favore delle bambine, che fa assumere al grande animale anche il ruolo di simbolo della fecondità.

ma si deve capire il rapporto che hanno con la sessualità le diverse culture del mondo che a grandi linee possiamo definire indiano: qui il sesso non è demonizzato come manifestazione peccaminosa e diabolica, come nell’Occidente cristiano e post-pagano, ma considerato una manifestazione positiva del sacro, come del resto era anche da noi, prima dell’avvento del cristianesimo ufficiale e normalizzatore.

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a stare alle antiche testimonianza di Giuda il Gemello, noto come Tommaso, e di Filippo, era così anche nella predicazione originaria di Jeshuu, che tentò invano di indicare una via per il superamento della sessuofobia ebraica tradizionale nel rito sacro della camera nuziale.

ma questa visione inibitoria della vita sessuale, concepita come intrinsecamente peccaminosa, riprese vita nel cristianesimo, una volta che questo si assestò, espellendo dal proprio seno, come eretici immondi, tutti coloro che erano rimasti fedeli a questo aspetto della dottrina originaria di Jeshuu, a quanto se ne può capire oggi.

godetevi il video, dunque, anche come una sommessa e marginale espressione di protesta e come manifestazione residua della vecchia volontà sessantottesca di liberare la vita sessuale dalla cupa sessuofobia occidentale.

 

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