sei giorni a Karnak, Luxor. 30 dicembre – 4 gennaio 2005 – quando si poteva viaggiare. 91 q

è una coincidenza un po’ strana che l’ultimo video di questa serie sul breve viaggio in Egitto 2004-2005 si concluda col numero cento e sto per scoppiare a ridere pensando che allora questi videoclip sono come i canti della Divina Commedia; solo che, per non parlare delle altre differenze, ahaha, Dante li aveva rigorosamente pensati e programmati fin dall’inizio, mentre a me sono saltati fuori per caso.

risparmio altre considerazioni su questo mio hobby grottesco e solitario.

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quest’ultimo video è il solito riepilogo dedicato ad una località e viene a coincidere quasi completamente col videodiario dell’1 gennaio, pubblicato ieri, poiché ho distinto, come due località differenti, Luxor da Luxor West, dove passai i due giorni successivi del 2 e 3 gennaio 2005 e dunque non le ho comprese nel riepilogo di oggi.

forse avrei dovuto scrivere Karnak, per risultare più chiaro, ma oramai è tardi per mondificare i montaggi; mi accontento di scriverlo nel titolo di questo post.

questo si differenzia da quello di ieri soltanto per il breve frammentino di video diario del 31 dicembre in più e per l’ordine delle riprese montate, che in questo caso è rimasto quello dei video originari, dato che si tratta di fare il ritratto di una località, più che di raccontare in forma diaristica come l’ho visitata.

perfino l’immagine di copertina è uscita la stessa, ma non ho voglia di darmi da fare per cambiarla.

video-diario dell’1 gennaio 2005 a Luxor – quando si poteva viaggiare. 91p

il videodiario della mia terza giornata a Luxor, l’1 gennaio 2005, tende a redistribuire le riprese dei singoli videoclip precedenti, prima raggruppati in prevalenza tematicamente, ora secondo un ordine più fedele ai tempi nei quali esse furono effettivamente fatte.

ed ecco perché comincia infatti con le riprese fatte in riva al Nilo, evidentemente uscendo dall’hotel del centro della cittadina dove ero alloggiato, per portarmi verso le rovine dell’immenso tempi di Amon: sono quelle del secondo videoclip dedicato alla giornata, mentre quelle del primo hanno ritrovato il loro posto nel momento più avanzato del giorno: erano state anticipate per collegarle al frammentino del giorno prima.

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e forse questo è anche il momento per raccontare un episodio alquanto grottesco di quel viaggio e finora taciuto: avvenne mentre riprendevo la Corniche di Luxor, la grande passeggiata in riva al fiume.

e mi aspettavo di ritrovarlo nella trascrizione delle riprese, fatta fare le settimane scorse, chiedendomi che cosa ne avrei fatto.

ero in alto, più in alto di questa strada pedonale, appoggiato ad una balaustra, ed un giovane egiziano, vedendo che riprendevo anche lui col paesaggio, estrasse lì sotto il membro virile dalla sua tonaca bianca per esibirlo e se lo maneggiò anche un po’ per dimostrare al mondo quanto funzionava bene.

fu un bel contrappasso rispetto alla gioia infantile innocente che avevo ripreso la sera prima e un duro colpo all’immagine del paese che stavo per provare a conoscere.

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mi chiedevo dunque che cosa avrei fatto di queste immagini: le avrei censurate o comunque affidate ad un video vietato ai minori?

i tempi oggi forse erano abbastanza maturi per accettarle come testimonianza?

ma ho scoperto che, fin dal catalogo fatto nel 2005-2005, nelle riprese c’era un buco di 12 minuti, tutti neri.

o sono stati oscurati da me al rientro per l’imbarazzo, ma non credo che le riprese durassero così a lungo! oppure questo episodio non venne ripreso ed il mio è un falso ricordo, per questo particolare almeno.

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in ogni caso, ecco il video riepilogativo della giornata, riportato più vicino ai suoi tempi reali.

Luxor, l’arrivo – frammentino di videodiario 31 dicembre 2004 – quando si poteva viaggiare. 91b

a Fabia, Marta, Rocco, Sara – 31 dicembre 2004 – altre notizie per ritrovarmi se occorre

sono a Luxor, hotel Santa Caterina (!), nel cuore del suk di Luxor. – ieri pomeriggio e stamattina non ho praticamente fatto altro che dormire e dormire, perché ero evidentemente stanchissimo anche se non me accorgevo. – vi scrivo pochissimo perché qui internet e lentissima e carissima. […] – ciao ragazzi, cala il silenzio filosofico per i prossimi giorni.

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in mancanza, purtroppo, di cronache più precise e viste adesso le relative riprese, diamo per accertato che il giorno dell’arrivo in Egitto, il 30, giovedì, io non abbia fatto praticamente nulla altro che sistemarmi e riposare, e il giorno successivo, venerdì 31, io abbia visitato nel pomeriggio il suk (ma senza riprese) e a sera abbia scritto la mail che ne parla da qualche internet cafè sulla riva del grande fiume: dimostrando che ero colpito più dalla situazione tremenda del paese che dalla potenza dei suoi resti archeologici.

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a Mariella – 31 dicembre 2004 – Ein gutes neue Jahr fuer dich aus Luxor! – un felice anno nuovo per te da Luxor

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decisamente sarebbe stato diverso il tono di tutti questi resoconti egiziani se le riprese dell’esordio del viaggio, che presento oggi, fossero state disponibili fin dall’inizio.

documentano infatti un primo incontro felice, avvenuto evidentemente dopo scritte le mail riportate sopra: sono pochi secondi che riprendono due ragazzini, felici di essere ripresi, che giocano e scherzano per fare presa sulla videocamera.

furono come la premessa di un Egitto incantato e felice che poi non ho trovato; mi aspettava invece un paese triste e come soffocato dal peso immane del suo passato oramai estraneo e ridotto a fonte precaria di guadagno turistico.

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per uno strano gioco dei tempi del recupero in formato digitale delle riprese fatte allora, questo primo frammentino brevissimo di videodiario si colloca alla conclusione della serie dei videodiari del viaggio in Egitto 2004-2005, anziché aprirla.

Luxor, le ultime luci del tramonto – 1 gennaio 2005 – quando si poteva viaggiare. 91o

tre post, tre video – questo è il terzo – sul tramonto a Luxor dell’1 gennaio 2005 sono davvero troppi!

e infatti nessuno se li guarda più questi video, salvo il suo autore, nel farli e nel postarli su Youtube; e buon per lui ce almeno si diverte a farli, come fossero i quadri di un pittore della domenica, che però ritrae tutti i giorni un pezzetto del paesaggio universale.

ma mi dica qualcuno dove altro si può trovare un tramonto così o chi anche sarebbe in grado di immaginarselo, se non pensasse la natura a regalarcelo, interagendo con gli umani, che non pensavano certo alla bellezza dei paesaggi quando innalzavano quei pilastri e quegli obelischi…

come commento musicale ho usato una esibizione del meraviglioso Ezio Bosso, per riempire di malinconia non solo gli occhi, ma anche le orecchie di chi guarda – e ho violato qualche copyright, pare.

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il video non è lungo, e il post non ambisce a superarlo per durata di lettura: il video se lo guardi chi vuole, e se qualcuno è arrivato fino a qui, allora anche il post è finito.

Luxor, addio al tempio di Amon nel tramonto – 1 gennaio 2005 – quando si poteva viaggiare. 91n

ripetitivi questi video? sì, ma un poco come possono essere variazioni musicali su un tema: ognuna differente per una diversa impostazione.

e qual’è il tratto distintivo di questa nuova versione del mio sguardo sul tempio di Amon a Luxor, l’1 gennaio 2005? la malinconia sottile del tramonto, le luci che cambiano, da dorate a grigie.

conta poco che la massa dei turisti sia sempre la stessa o che compaia, a chiudere questo scenario un vecchio arabo, che fuma indifferente, usando il narghilè per non cedere troppo a questo sentimento leggermente logorante.

il video è nuovo in questo senso di nostalgia più acuto, ora che il tramonto lo potenzia.

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a proposito, neppure io sapevo, fino a questo momento, che proviene proprio dall’Egitto il narghilè, una boccia di vetro che contiene acqua profumata con una spirale che consente al fumo di raffreddarsi prima di giungere alla bocca attraverso un tubicino, perlopiù flessibile.

all’inizio era soltanto una noce di cocco con canne di bambù, e una sua variante per i più poveri consisteva semplicemente in un contenitore d’acqua chiamato gōzā (“noce” in arabo) con una piccola pipa fissata all’imboccatura del vaso.

da lì si è diffuso in tutto il mondo.

lo avessi saputo diciassette anni fa, avrei valorizzato dipiù questa immagine, rubata al suo proprietario, e dunque frettolosa.

ma si viaggia la seconda volta con i video appunto per viaggiare meglio e capire di più.

Luxor, il tramonto – 1 gennaio 2005 – quando si poteva viaggiare. 91m

evidentemente dal suk di Karnak sono tornato alla zona archeologica, oramai nelle prime luci del tramonto, e vi ho ritrovato i segni dell’imperialismo egizio, i turisti che ammirano questa grandezza, inconsapevoli forse di ammirare con questo la matrice di ogni futuro imperialismo occidentale della storia, ma anche i poveri segni dell’Egitto arabo contemporaneo che sopravvive fra le rovine immani di questa sua potenza passata, che non gli appartengono più, ma che restano come eredità di un potere assoluto indiscutibile.

ecco che, rapidamente, e quasi senza volerlo, ho già accennato al motivo mentale che mi è sembrato di riconoscere in questa parte di riprese e giustifica (forse!) la scelta di una musica militare, a commento, di nuovo!

è come per mantenere una brechtiana presa di distanza emotiva dall’oggetto ed invitare a non farsi catturare da una ammirazione acritica.

tramonto, appunto, e non soltanto come ora della giornata.

Luxor, il suk di Karnak – 1 gennaio 2005 – quando si poteva viaggiare. 91l

si esce dalla zona monumentale, alla fine, e ci si immerge nel primo suk egiziano di questo mio unico viaggio (gli altri due saranno quelli di Assuan e del Cairo).

questo ha un sapore un poco antiquato, come di luogo non completamente pervaso dallo spirito del turismo di massa, nonostante le numerose carrozzelle credo siano proprio destinate a coloro che vogliono attraversare il mercato berciante senza sporcarcisi i piedi.

non è proprio il mio caso, che anzi indugio volentieri sui visi, sui colori dei negozi, sui polli bercianti, e mi è più facile con la videocamera che adesso con le parole.

Luxor, passeggiando per il tempio di Amon – 1 gennaio 2005 – quando si poteva viaggiare. 91m

questo video non aggiunge elementi nuovi ad alcuni dei precedenti, ma piuttosto mescola alcuni dei loro punti di osservazione, seguendo però una traccia mentale disimpegnata, che la parola passeggiando vuole esprimere appunto.

è il lasciarsi andare ad emozioni ed impressioni elementari: la meraviglia per l’imponenza architettonica del tempio, la curiosità per i tipi umani turistici che condividono questo modo di fruire del monumento e, nel finale, lo stridente contrasto tra i monumenti egizi antichi e la voce del muezzin che invita alla preghiera.

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mi rimane un’ultima considerazione da fare, col suo valore polemico contro quella versione ipergarantista del politicamente corretto che sta rovinando le nostre vite di disadattati cresciuti in un mondo più anarchico, più libero, meno protetto e dunque anche più violento.

intendo dire che i miei filmati a breve appariranno una precisa documentazione di azioni illegali e di soprusi inaccettabili, se già non lo sono: per me viaggiatore, infatti, l’umanità che incontro nei miei viaggi è quasi lo scopo principale del mio viaggiare e dunque anche del mio riprendere.

questo dà al mio sguardo diverse coloriture: può essere quella vagamente erotica di quando si sofferma sulla bellezza di un viso o di un corpo, oppure quella sarcastica (rilevabile anche qui) che sottolinea banalità, stereotipismi e in un ultima analisi inautenticità di certi sorrisi, che aprono uno spiraglio inquietante su vite vissute a vuoto, si direbbe.

ma è del tutto evidente che tanto l’identificazione quasi amorosa, quanto il distacco critico polemico, sono considerati oggi dei gesti di violenza, dato che mettono in gioco dei sentimenti, nella loro base anche istintiva, e sono gli istinti che si vogliono cancellare dalla vita umana sociale.

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e dunque, ad esempio, ho chiesto io, una per una, il consenso alle persone che riprendo, prima di farlo?

come posso permettermi di violare la loro arida privacy senza autorizzazione, anche se 17 anni dopo?

può essere ammesso che io divulghi, ad esempio, gli indizi di un tradimento per una vicinanza non lecita o un orientamento sessuale che traspare da un modo particolare di muoversi?

penso che presto video di questo genere, cioè il mio modo stesso di vivere e di viaggiare, potrebbero essere dichiarati illeciti, peccaminosi, troppo carnali e violenti: inaccettabili.

me lo aspetto; per fortuna nessuno o quasi li guarda, e quindi la mia colpa di essere vivo e sensitivo rimane ancora nascosta.

Luxor, il tempio di Amon: i bassorilievi – 1 gennaio 2005 – quando si poteva viaggiare. 91l

il tema apparente di questo ulteriore video è quello detto nel titolo: i bassorilievi del tempio di Amon, ma il soffermarsi su di loro ha un significato particolare, che ci riporta all’angoscia del tempo distruttore:

gli interminabili rilievi egizi antichi che costellano le pareti di questo tempio, che in alcune parti vennero in seguito ricoperti da affreschi cristiani bizantini, a loro volta in parte cancellati, per riportare alla vista i sottostanti, che significato hanno per noi?

ecco un mondo diventato ampiamente muto e inutilmente le guide cercano di ridirne il senso, in varie lingue (una parla anche in italiano).

ma il primo senso di questi rilievi celebrativi della grandezza dei faraoni era l’immediatezza del loro significato e noi questa non potremo più recuperarla.

così gli uomini impiegano molto tempo per parlare al loro futuro, ma non immaginano che per prima cosa il futuro cancellerà la loro lingua e li renderà incomprensibili.

Luxor, il tempio di Amon e i turisti – 1 gennaio 2005 – quando si poteva viaggiare. 91i

siamo oramai abituati nei nostri viaggi a quegli strani compagni nelle nostre avventure che sono i turisti.

sono persone del tutto fuori contesto, che nulla hanno a che fare con i luoghi fra i quali si aggirano spesso con un’aria sperduta, come se il vero obiettivo del loro essere lì fosse lo spaesamento.

il turismo come una droga naturale, che dà poca assuefazione: ecco un modo, forse inedito, di guardare al fenomeno.

e il vero obiettivo degli aggiranti potrebbe essere appunto la sindrome di Stendhal, un vero e proprio collasso psichico globale da stress.

ma nella maggior parte il turismo è assunto in dosi molto blande, che danno soltanto un effetto di lieve stordimento.

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naturalmente noi pensiamo di non essere come loro, ci siamo inventati perfino la sottile e profumata distinzione fra turisti, che sono loro, e viaggiatori, che saremmo noi, il nostro io esclusivo.

in questo video c’è una smentita alla favole: qualche altro viaggiatore si è mimetizzato tra i viandanti del bello, mascherato da pittore, anzi da acquarellista.

seduto sereno tra le rovine stende colori acquosi e sottili col pennello.

e l’autore di questo post, che lo riprende, non so quando fosse consapevole di fare il proprio ritratto: turista no, soltanto acquarellista.