gente attorno al lago di Vijayawada. 3 giugno 2006 – 836

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dopo l’impatto con la realtà della città di Vijayawada, brulicante di sofferenze, almeno ai nostri occhi di europei benestanti, l’inizio della salita verso il grande tempio induista sulla collina mi permette di affacciarmi su scene molto più vitali e gioiose, per fortuna: la gente che si mescola sulla riva del grande lago artificiale, formato dalla diga che avevo percorso il giorno prima, arrivando qui, con l’incredibile varietà e vivacità della vita sociale indiana.

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nel resoconto via mail del giorno dopo, in vista della pubblicazione sul blog, non ne parlo, anzi questo si va facendo così sbrigativo sulla giornata, che qui registro per la prima volta una divergenza tra il racconto verbale e quello visivo.

così questo di adesso diventa il racconto di un percorso quasi diverso da quello raccontato allora.

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meglio così.

dopo le immagini prevalentemente dolorose del video precedente, ecco che il cuore si allarga, non solo sul panorama azzurro del lago nella sera che sta arrivando rapida, ma anche sull’animazione variopinta e rumorosa che lo circonda.

e da ultimo lo sguardo artificiale della videocamera accompagna quello naturale nel seguire un rustico ed artigianale battello carico di gente, che si allontana nel tramonto, solcando acque che diventano un simbolo di speranza.

2 risposte a "gente attorno al lago di Vijayawada. 3 giugno 2006 – 836"

  1. Lo scenario che si apre ai nostri occhi finalmente è diverso! Il lago pur artificiale è bello, la solita vivacità che contraddistingue l’India, le donne con i loro vestiti lunghi coloratissimi, gli uomini e bambini che si muovono ai bordi del lago. Panni distesi a terra ad asciugare dopo il lavaggio, mentre un bel gruppo si bagna nelle acque del lago, chi per rinfrescarsi, chi per lavarsi e lavare i propri indumenti, un rituale che si ripete quotidianamente in ogni specchio d’acqua.

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    1. il rito del lavare se stessi o i propri abiti nei fiumi, nei bacini sacri o nei laghi, naturali o artificiali, ha certamente una valenza spesso sacra o rituale, ma credo indichi anche la carenza di strutture igieniche adeguate nelle abitazioni.

      ma mi rendo conto di avere disturbato con questa osservazione la tua descrizione poetica…, mi dispiace.

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