prosegue l’improvvisazione di musica kannada al matrimonio in un tempio di Hampi. 5 giugno 2006 – 876

.

questo nuovo videoclip non ha quasi bisogno di presentazione, perché coglie semplicemente un secondo momento della improvvisazione di musica kannada al matrimonio dove si sta concludendo la mia visita ad Hampi, nel suo secondo giorno; quindi vale la presentazione fatta ieri al primo videoclip su questo bellissimo ed entusiasmante momento di musica vissuta dal vivo.

. . .

mi serve, semmai da spunto per una osservazione sul ruolo centrale che l’improvvisazione ha nella musica popolare di molte culture nel mondo, ma non troppo in quella occidentale, dove anche le canzoni popolari hanno un testo e una forma musicale ben determinata.

questo sembra indicare che in realtà da noi sono succube del modello rigido della musica colta, nella quale a chi la esegue è solo affidato il ruolo di esecutore, appunto, e al massimo, di interprete, e questo contribuisce a collocarle in una specie di livello di valore inferiore.

rischiando di esagerare, questo permette di vedere nella musica occidentale una catena di comando che va dal committente all’autore all’interprete ed è paurosamente assimilabile alla catena di comando della produzione capitalistica.

stavo per scrivere andava, dato che oggi, fatte sale rare eccezioni, la figura fisica del committente è sparita, ma mi sono reso subito conto che, sia nell’attività musicale sia in quella economica più generale, il ruolo del committente oggi è stato assunto dal mercato.

e questo rende la produzione musicale moderna perfettamente assimilabile al prodotto di un processo di produzione capitalistica.

. . .

un secondo momento di riflessione estemporanea lo vorrei dedicare al ruolo che assume la voce nel nostro tipo di musica, che canta un testo ben definito: cioè in ultima analisi la voce, in questo processo, spinge alla stabilizzazione della musica.

solo nel jazz afro-americano, mi pare, l’improvvisazione avviene comunque su in testo base, liberamente agito a fini musicali.

ma in questa musica popolare kannada la voce non interviene, mentre nella musica popolare occidentale la voce stabilizza anche il testo musicale e lo sottrae al piacere della improvvisazione.

. . .

motivo di più per me per godermela di nuovo, ora che monto il video, come allora, nel 2006, quando la riprendevo, ascoltandola dal vivo, quasi fossi stato uno dei suoi diversi esecutori, questa musica situazionista, come il mio modo di viaggiare:

musica che se ne va libera per l’universo dei suoni, cercando liberamente quelle combinazioni che le piacciono di più.

(e !per fortuna! pensavo di non scrivere una premessa al video…)

2 risposte a "prosegue l’improvvisazione di musica kannada al matrimonio in un tempio di Hampi. 5 giugno 2006 – 876"

  1. Hai scritto tanto riguardo a questo video, il gruppo di giovani musicisti suona liberamente e festosamente, improvvisazione unita alla sintonia della band, ognuno con il suo strumento per lo più a fiato esprime attraverso le note l’allegria del momento.
    A me non viene altro, hai già detto tanto con entusiasmo, ascoltarli e vederli è coinvolgente anche da casa.

    Qui è molto caldo, la giornata si presenta infuocata e non solo. Buon giorno

    "Mi piace"

    1. buon risveglio, qui cielo coperto e attesa di pioggia di nuovo, dopo un breve anticipo già stanotte, in attesa della seconda dei figli e famiglia, mentre il figlio a quest’ora è già arrivato con la sua in Corsica, dove è andato con un gruppo di vecchi amici della sua adolescenza, una rete amicale bellissima, che attraversa il tempo delle loro vite.
      spero che il raffreddamento previsto da noi arrivi anche da te; anche se fra altri e bassi, e dopo una notte di nuovo non del tutto facile, io continuo la linea tendenziale del miglioramento.

      ho appena finito di montare e pubblicare il video di oggi e di commentarlo, spero non troppo prolissamente.
      anche io trovo molto trascinanti i video musicali di questo matrimonio, e questo avrebbe dovuto forse indurmi al silenzio dei commenti, ma mi sarebbe parsa un’occasione sprecata tacere le riflessioni che quella esperienza mi ha suscitato: così ho fatto, irresistibilmente, anche oggi.
      è il mio modo di viverle: me le godo fino in fondo, ma questo quasi mi obbliga anche a rifletterci su.

      buona giornata, allora.

      Piace a 1 persona

Lascia un commento