.
[…] case intrecciate agli alberi, mestieri improbabili […]
. . .
il resto della mia giornata a Vijayawada (2 giugno) lo trascorro di nuovo nella mia attività preferita, in India, che è poi quella di girare appunto in qualche quartiere popolare ad esplorare i volti, gli usi, le reazioni alla mia presenza.
la mia impressione attuale, a riguardare le riprese, è che mi trovassi in uno stato, l’Andra Pradesh, più povero di quelli visti più di recente (la parte di questo stesso stato poi diventato Telangana, oppure il Maharashtra, a dicembre-gennaio).
qui la presenza islamica è scomparsa, la cultura dominante in via quasi esclusiva è chiaramente quella hindu; eppure l’ambiente è contrassegnato da un atteggiamento più teso, quello che riscontro in molti volti, nel loro primo presentarsi.
è meno presente perfino la tipica bellezza indiana. ma questi visi spesso quasi diffidenti, sono poi quelli che meglio si sciolgono e si aprono, spesso sorridendo, davanti allo straniero bizzarro, dalla pelle chiara, e dunque di una casta superiore, più vicina agli dei, che si mescola, e non si capisce bene per quale motivo, a loro, che talvolta sono veri e propri paria, dalla pelle scura.
bortoround 