terza giornata a Mamallapuram e prima giornata a Kanchipuram, Tamil Nadu, India. videodiario 11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 395

mancano le riprese dell’ultimo momento di questa giornata dell’11 agosto e ne resta soltanto la mail a casa, per documentarla:

Fabia, Marta, Rocco, Sara Aug 11, 2005 5:57 PM Kanchi 

[…] La giornata finisce al ristorante vegetariano a farmi incendiare l’esofago e farmi lacrimare tra le risatine del proprietario che si e anche rifiutato di darmi la soupe al pepe che gli avevo chiesto.

Che strana giornata. La sera non ofre altro qui che il passatempo autobiografico inutile in Internet. Raconto emozioni che non si posono trasmetere e non so nemmeno se riesco a farvi venire la voglia di ripetere questi percorsi faticosi e sconnesi, ma pieni di sorprese, di stupori, di apprendimento di una cosa semplice e dificile che si chiama curiosita, che e poi l’altra facia della toleranza.

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la notte regala un sogno che appare strettamente connesso a queste considerazioni: nella forma sempre un poco grottesca dei sogni, esprimono una specie di senso di colpa, per l’invio di questi resoconti, forse considerando anche la totale assenza di risposte o anche solo di cenni di ricevimento dei messaggi.

ma poi questo senso di imbarazzo mal dichiarato appartiene anche ai giorni dell’oggi, che mi vedono insistere nel riproporli, estraendoli dal deposito dell’insignificanza in cui giacevano fino ad oggi, assieme alle riprese.

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Fabia, Marta, Rocco, Sara  Aug 12, 2005 4:28 PM da Kanchi a Vellore, che calore

[…] ma facciamo prima ancora una premessa: stanotte sono passato dagli incubi di ieri ai sogni commedia. assistevo ad una pubblica lettura dei diari di viaggio della signorina Comassi, l’amica e coetanea della mia mamma oggi 88enne tutto sommato arzilla e futura vicina di casa di Marta, che venne a stare in via Beretta affascinata dall’amicizia della mamma. mia mamma, che divideva il mondo in persone che poteva sottomettere al proprio fascino e resto del mondo (che considerava solo per questo nemici) ricambiava la sua amicizia come ogni altra sua con un leggero disprezzo frutto della sua superiorita, che – per apprezzarlo come meritava – andava peraltro confrontato col disprezzo totale assoluto irrimediabile nutrito per il resto del mondo.
ora la signorina Comassi amava molto viaggiare, in particolare avendo come meta le missioni, e in particolare ricordo che era stata anche in India perche ne aveva riportato per noi una dea sinuosamente danzante in legno di sandalo rosa profumatissimo, e questa scultura puo essere uno dei motivi segreti per cui sono qui.
ora dei suoi viaggi la signorina Comassi teneva dei resoconti preziosissimi, ma – come dire?- alquanto prosaici in quanto intessuti
delle accurate descrizioni di che cosa aveva mangiato, di quanto lo aveva pagato e soprattutto di quali missioni aveva visitato: per tali missioni peraltro la volonterosa zitella passava il suo tempo a confezionare furiosamente pacchi dono per beneficenza, tra un viaggio e l’altro, per cui si puo dire che la vita della signorina viaggiatrice, da quando pensionata, si divideva equamente tra i viaggi, i resoconti dei viaggi, che le costavano un impegno di scrittura e memoria non indifferente, e le conseguenze dei viaggi.

ora si capisce benissimo che il sogno che ho fatto e molto preoccupante e che forse davvero e giunto il momento di dare attuazione a quanto promesso, cioe di mandare queste mail a me stesso.
dalla prossima volta, giuro. […] 

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giornata incredibilmente densa quella, e quasi doppia, fra Mamallapuram e Kanchipuram, con trasbordo intermedio, e varia di molteplici e sfaccettate esperienze.

sono state proposte finora nella bellezza di 22 videoclip separati, che oggi mi sembrano riassumere quasi una settimana di viaggi e non una giornata sola.

ora il video complessivo sfiora quasi un’ora di visione continuata, alternando le immagini suggestive a quelle brutali e un poco repellenti di paesaggi artistici e umani che sono sempre comunque straordinari.

ritratto molto vintage di Mamallapuram, Tamil Nadu, India. 10-11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 382

mentre rivivo attraverso le riprese il momento della partenza da Mamallapuram verso l’interno del Tamil Nadu, ecco che riassumo in un video le diverse esperienze fatte nelle due giornate in cui ho usato la videocamera delle tre trascorse in questo luogo.

e mi viene da chiamarlo sito, più che città; infatti città non è davvero, con i suoi meno di 20mila abitanti; ma, nonostante questo, è davvero stupefacente la ricchezza dei suoi resti archeologici, del resto straordinariamente coerenti col paesaggio naturale e quasi frutto diretto del medesimo.

la somma dei 27 videoclip singoli, in cui le ho organizzate in quasi un mese di montaggi, spesso piuttosto difettosi peraltro (e me ne scuso), ha prodotto un video globale della durata di quasi un’ora.

merito della ricordata ricchezza archeologica dei luoghi, ma anche della varietà delle esperienze fatte in quei due giorni: alcune legate alle sorprese dell’impatto con una civiltà così diversa dalla nostra (le donne che fanno i muratori!, ad esempio), altre dalla particolare cordialità della gente verso il viaggiatore bianco, dato che lì si vive di due cose: la scultura e il turismo.

ma non è solo questo, è anche la tradizione religiosa che considera la pelle bianca il segno di una classe privilegiata e della maggiore vicinanza al divino.

aggiungo il fascino particolare delle musiche tamil che ho scelto molto spesso come accompagnamento e che hanno la stessa capacità di farci uscire dalla nostra quotidianità europea ed occidentale.

addio a Mamallapuram, Tamil Nadu, India. 11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 381

marta, sara, Rocco, Fabia Aug 11, 2005 8:29 AM quando i bambini fanno ooo la seconda volta

[…] Ed eccomi […] sul piede di partenza verso Pungipuram. [in realtà Kanchipuram] L’autobus passa tra mezzora ed ora vi saluto.

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le immagini del brevissimo videoclip che segue riassumono la partenza, dalla guesthouse, con le donne muratore ancora al lavoro e che mi salutano, come se sapessero che me ne sto andando per sempre e che non ci rivedremo più, al tuctuc che mi porta alla stazione degli autobus.

sono le ultime immagini di questa città piena di vita, che è rimasta nella mia memoria e nel mio cuore come la fotografia mentale stessa dell’India.

la famiglia dell’uomo che affittava il cavallo. Mamallapuram, Tamil Nadu, India. 11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 380

marta, sara, Rocco, Fabia Aug 11, 2005 8:29 AM quando i bambini fanno ooo la seconda volta

[…] Si ripete l’incanto […] del horseman che […] poi mi intrattiene con tutta la sua numerosa famiglia in una specie di abbraccio corale. […]

Non pensiate che sia il denaro a muovere tutto questo. Certo qui tutto costa cosi poco e attorno hai una poverta cosi dolcemente straziante che hai vergogna a lesinare e dai. Eppure si capisce benissimo che al di la della moneta qualcos’altro muove questi incontri.

Eccola l”India, come diceva Terzani l’unica possibile alternativa alla nostra civilta. E un’alternativa reale, non immaginaria, ma in atto. […]

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sono i momenti dei miei viaggi in Oriente, questi: dove entro nella quotidianità di quella gente, nei suoi riti sociali, nel calore della sua curiosità per lo straniero, accolto e non respinto, come nel cristianissimo occidente.

questa volta c’è qualche immagine, ripresa con la videocamera, e qualche frammento del penoso dialogo nell’inglese incerto da entrambe le parti, ma più dalla mia.

si ride euforici, i miei occhiali passano su un paio di visi, suscitando risate; mi attira in un ragazzo il tilaka, segnale sulla fronte, che vedo per la prima volta e di cui non conoscevo allora il significato specifico, ma mi sembrava soltanto un vago simbolo religioso.

in effetti, a seconda di come è disegnato, indica l’appartenenza a una specifica tradizione religiosa; ma quando è rosso, come in questo caso, potrebbe essere adoperato in seguito alla visita di un tempio.

qui però, di fianco al segno rosso sta un altro un’altra macchia bianca più piccola, a forma quasi di punta di freccia, e chissà che cosa vuol dire; né io lo domando, mi limito ad esplorarla con la cinepresa.

altrettanto curioso, per noi, è l’uso di colorare di rosso le unghie anche nei maschi.

e che dire di quella specie di orecchino d’oro che la moglie di uno di loro, non del povero conducente del cavallo, porta infilato in una narice, assieme ai due grossi orecchini veri e propri?

tutto è nuovo, magico, sorprendete per me, ma più di tutto il clima di confidenza e cordialità di questo incontro.

a cavallo sulla spiaggia vicino al tempio Shore. Mamallapuram, Tamil Nadu, India. 11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 379

marta, sara, Rocco, Fabia Aug 11, 2005 8:29 AM quando i bambini fanno ooo la seconda volta

[…] Si ripete l’incanto […] del horseman che viene a farmi fare una passeggiata a cavallo sulla sabbia […]

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che frase concisa, per un momento di puro fascino e incanto.

e fiabesca non è solo la cavalcata in sé (che potrebbe ricordare quella altrettanto magica sul dromedario di qualche mese prima nel deserto di Asswan), anzi, definirla cavalcata è certamente un abuso, perché è soltanto una breve camminata al passo sul cavallo, guidato a mano dal suo horseman, e la cavalcata è soltanto nell’immaginazione.

anzi, questo è un intrattenimento prettamente turistico (sto cercando, invano di colpevolizzarmi a posteriori per averla fatta; ma che cosa assurda! quella gente non vive forse proprio di questi stupidi turisti di mezza età che si fanno fare dei selfie o delle riprese (peggio ancora) sul loro ronzino?

no money today, dice Krishna, l’indiano che si guadagna la vita affittando il suo cavallo e che cerca un dialogo con me, che conosco così poco l’inglese, vent’anni fa, da farmi perfino sfuggire il significato di riding, cavalcare.

ma come negare che il tempio di Shore, con i suoi pinnacoli, sullo sfondo del mare blu che gioca col giallo della sabbia, fa sentire anche il viaggiatore più convenzionale come un esploratore di mondi e gli fa pensare di essere entrato per qualche minuto in un regno di favola?

una spiaggia vicino al tempio Shore. Mamallapuram, Tamil Nadu, India. 11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 378

marta, sara, Rocco, Fabia Aug 11, 2005 8:29 AM quando i bambini fanno ooo la seconda volta

[…] l’incanto […] fin sulle spiagge solitarie, delle vaccherelle grandi come capre […]

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dimentico quel che dirò dopo il link del video, e che mi rode dentro, e passo a commentare queste immagini, che sono prese nello stesso contesto del video precedente e che nelle riprese risultavano mescolate a quelle:

è una spiaggia, quella a nord del tempio Shore, patrimonio culturale UNESSCO, che qui però non si vede, e le vedute che se ne hanno sarebbero assolutamente eccezionali per un motivo che nessuno di noi sa vedere: che è una spiaggia non turisticizzata, allo stato primigenio di natura o quasi.

gli indiani ci passeggiano soltanto, solo una coppia sta distesa poveramente a prendere il sole; attorno, e nei prati che precedono la sabbia, e che sono talmente polverosi che la anticipano e un poco le somigliano, immagini di miseria estrema, con gente che fruga nei corsi d’acqua, in cerca di che cosa? qualcosa da mangiare? granchi?

o gente un po’ meno povera che sorveglia qualche capra stenta come l’erba che bruca.

eppure la natura riesce ad essere bella, forse perché indifferente alle miserie umane, e una spiaggia sabbiosa senza ombrelloni appare quasi un miracolo.

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ed ora rieccomi alle dolenti note, e a scusarmi per la pessima qualità del montaggio.

è abbastanza ovvio che, nel passaggio dalle riprese ai videoclip, io debba modificare un poco la sequenza delle immagini, per dare alla loro successione un senso vagamente narrativo o anche solamente lirico.

l’operazione non dovrebbe essere particolarmente complessa.

peccato che Climpclamp, il programma standard di montaggio video che viene fornito da windows e che ha cancellato i precedenti, decisamente molto migliori, non abbia più il comando fotogramma per fotogramma per tagliare al punto giusto; per rimediare, si porta tuttavia al massimo l’ingrandimento della sequenza (con perdita di parecchio tempo) e si taglia nel punto di passaggio, o in quello che appare tale, poi si procede a spostare le sequenze nella successione che sembra più significativa.

solo che il programma mantiene irresistibilmente un frammento dell’ultimo fotogramma precedente o successivo nel punto del taglio, e questo determina un fastidioso sobbalzo visivo durante la riproduzione.

la cosa veramente irritante è che, per giunta, quando esamini il video col programma, prima di scaricarlo, questo fatto non si vede; risulta soltanto al momento dell’esecuzione successiva, dopo che hai aspettato tutti i minuti necessari perché il video esca dal programma, e lo riguardi per controllare.

ma a questo punto a poco serve ricaricarlo nel programma, e provare a risolvere il problema, individuando il singolo fotogramma rimasto e cancellandolo, uno ad uno, per ogni sobbalzo visivo che ti ricordi, dato che nel programma il difetto non si vede: evidentemente Climpclamp lo ripristina di nuovo.

ed ecco che esce un video, come quello di qui sopra, nel quale quasi ogni passaggio da una ripresa all’altra è un pugno nell’occhio dello spettatore e nel cuore dell’autore.

così il divertimento del montaggio si trasforma in una specie di supplizio e può darsi che la smetterò.

attorno al tempio Shore. Mamallapuram, Tamil Nadu, India. 11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 377

marta, sara, Rocco, Fabia Aug 11, 2005 8:29 AM quando i bambini fanno ooo la seconda volta

[…] Si ripete l’incanto […] di altri monumenti dispersi fin sulle spiagge solitarie […]

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il tempio Shore è del resto la seconda grande attrazione turistica di Mamallapuram, e in effetti era la prima cosa che ero andato a visitare il giorno dell’arrivo, ma senza cinepresa.

elegante nella sua struttura, deve parte del suo fascino anche all’essere collocato in riva al mare, cosa alla quale si deve aggiungere il mezzo miracolo recente di essere rimasto intatto anche se colpito pochi mesi prima dal grande tsunami che fece 400mila morti sulle rive dell’Oceano Indiano.

sembra dunque che nelle mie ultime ore a Mamallapuram io abbia voluto rimediare alle mie lacune di turista standard, andando a riprendere almeno le mete quasi obbligate di chi visita questa città del Tamil Nadu, forse la più bella.

ma chi cercherà delle immagini patinate resterà deluso, non solo per i limiti tecnologici di una videocamera di quasi vent’anni fa, per la mano incerta mia come operatore, e per la frettolosità del montaggio, poco curato, anche se esigente pur sempre del tempo vita, ma proprio per l’impostazione del mio sguardo che va a riprenderlo proprio dall’angolo meno scenografico, cioè dal retro.

ebbene sì, ho trascurato del tutto il suo affaccio sul mare e alla fine risulto quasi più attirato dal villaggio polveroso di capanne e dal povero paesaggio umano che ci gira attorno, che dallo splendore estetico di questo sito patrimonio dell’umanità UNESCO.

insomma, resterebbe quasi sconosciuto ai lettori del mio blog se non ne avessi già messo una foto cartolina in questo post: partenza in aereo da Negombo, sbarco a Chennai e arrivo a Mamallapuram, Tamil Nadu, India, finalmente! 9 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 354.

rimedierò ancora, riutilizzando la stessa foto in testa a questo post, anziché usare, come di solito, quella che Youtube attribuisce come copertina al mio video, anche perché qui ha dato troppo rilievo ad una brutta statua moderna in arenaria rossissima, collocata alle spalle del tempio.

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comunque, qualcuno si guardi anche questo, magari soprattutto per ascoltarsi il suo bizzarro commento musicale, ricavato da un film in lingua tamil:

Chennai, la capitale del Tamil, è la seconda Bollywood dell’India, dopo Mumbai: scommetto che nessuno lo sapeva, vero?

non certo per merito mio, comunque…

i Cinque Ratha, o carri sacri. Mamallapuram, Tamil Nadu, India. 11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 376

marta, sara, Rocco, Fabia Aug 11, 2005 8:29 AM quando i bambini fanno ooo la seconda volta

[…] un ultimo giro ai templi dei 5 fratelli del Mahabahrata sulla spiaggia […]

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chiamo il sito in questo modo, perché la guida della Lonely Planet accenna ad una leggenda che li vorrebbe dedicati ai cinque fratelli Pandava, eroi del Mahabarata, dicendo però che è incerta, anche se la coincidenza numerica rimane suggestiva.

però è con questo nome che sono noti: Five Rathas in inglese, cioè Cinque Carri Sacri, che è indicato il sito indubbiamente più spettacolare di Mamallapuram.

si tratta, naturalmente, di templi, sempre monolitici, a forma di carro sacro, non di carri veri e propri, ai quali del resto questi piccoli fantasiosi templi assomigliano molto poco.

fra loro è stato collocato un elefante di pietra, probabilmente suggerito da una roccia naturale che ne aveva già una forma vagamente simile

(del resto un elefante che pareva scolpito nella roccia, ma era una formazione del tutto naturale lo avevo già visto il giorno prima in un altro sito della città).

del resto, a chi abbia visto il video precedente non sfuggirà la stretta somiglianza fra questo monumento, di un’epoca che corrisponde al nostro alto medioevo, con le sculture simili che ancora producono gli scalpellini, o meglio gli scultori, delle strade di Mamallapuram.

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per qualche motivo, da ricondurre parte a snobismo, per non sentirmi un turista standard, parte al biglietto d’ingresso, che mi pare di ricordare fosse alquanto esoso, ho dedicato un’attenzione molto frettolosa a questo complesso invero straordinario, come del resto ho già raccontato.

tuttavia mia pare che, pur se dall’esterno del recinto, si potesse coglierne comunque l’essenziale.

e in questo modo ho risparmiato le mie consuete lungaggini estetizzanti a me stesso e a chi guardasse questo video, in realtà molto breve, come questo stesso post, del resto.

Mamallapuram sempre al lavoro, Tamil Nadu, India. 11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 375

che dire se ritorno ai miei amati scultori di strada?

un quarto videoclip dedicato a loro? non mi stancherei mai di guardare questa sintesi perfetta della vita concreta e della scultura indiana,

e poi questo è forse il più bello.

cultura e scultura, ci sarebbe da scherzarci su.

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questo è un video, uno dei pochi, che presenta le riprese così come sono venute, il tema è così coinvolgente per me, che non ha bisogno di rielaborazioni.

mi sono accontentato di lavorare un poco sull’audio, anche questo ampiamente originale, ma inframmezzato o mescolato con una musica locale.

la stessa mescolanza di vita e cultura, che abbiamo detto essere l’anima di queste immagini.

il tempio rupestre Shri Dharmaraja. Mamallapuram, Tamil Nadu, India. 11 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 374

marta, sara, Rocco, Fabia Aug 11, 2005 8:29 AM quando i bambini fanno ooo la seconda volta

[…] Si ripete l’incanto […] di altre rocce […].

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il montaggio di questi video mi sta provocando anche un senso di frustrazione e di risentimento verso la scadentissima guida Lonely Planet, che mi portavo appresso allora, nel mio primo viaggio in India, in un’epoca, il 2005, in cui internet era accessibile soltanto dagli internet café e dunque non poteva servire direttamente sul posto; senza dire quanto ne fosse precario l’uso anche nei locali dove vi si poteva accedere.

nessuna attenzione era dedicata in quel libro neppure a questo nuovo tempio monolitico rupestre Shri Dharmaraja, che visitai la mattina dell’11 agosto.

per cui mi rendo conto oggi che giravo quasi alla cieca, con poche note stringate e quasi scocciate, che riferivano soltanto dei monumenti più vistosi, e con una grave disattenzione verso luoghi come questo, pure se assolutamente straordinari.

Mamallapuram mi lasciò, per fortuna, un entusiasmo che ancora non mi abbandona, ma mi rendo conto di essermi perso molte esperienze straordinarie, in questo sito: rispetto all’Egitto, che avevo visitato otto mesi prima, mancava soltanto di grandiosità, per non dire di arroganza, ma non di ricchezza di testimonianze; ed aveva in più una apertura umana straordinaria.

quindi, per quanto il mio ritratto video di questi luoghi grondi di amore e possa apparire esageratamente minuzioso, attesto sotto giuramento che è veramente solo pallido e vago, del tutto insufficiente.

certo, dovrei tornare a Mamallapuram, e vorrei dire che lo farò.

intanto viaggio di nuovo oggi almeno in modo virtuale, usando internet, che mi spalanca vedute e informazioni che mi mancavano allora e acutizza la nostalgia…

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questo tempio si trova sempre nella parte storica della città, sulla collina che la chiudeva verso ovest, accanto all’antico faro della dinastia dei Pallava.

era immerso in un ambiente particolarmente agreste, almeno allora; capre e capanne lo circondavano, ma attorno a lui si trovavano ricchissimi rilievi scolpiti nelle bizzarre rocce vive.

luogo semplicemente fiabesco, che ti fa entrare in una nuova dimensione esistenziale, addirittura.

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non insisto più sugli orrendi difetti del montaggio; dico soltanto, per discolparmi, che non si vedono affatto nella visione anticipata di controllo, che ti fa fare, prima di pubblicare il video, Climpclamp, il programma windows standard che uso per i video,, ma balzano agli occhi miei e dello spettatore solo a video pubblicato.

per cui, per correggerli, si dovrebbe cancellare il video da Youtube; ricaricarlo su Climpclamp, provare ad eliminarli, ma sempre alla cieca; ricaricare il video su Youtube e verificare.

ci ho provato un paio di volte, e ne erano sempre rimasti alcuni.

per cui mi scuso con chi guarderà questi video malfatti e subirà i loro pugni nell’occhio, ma non intervengo più, per mancanza di tempo, ma anche di vocazione.