seconda giornata a Vellore e prima giornata a Tiruvannamalai, Tamil Nadu, India. videodiario 13 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 426

qui introduco il diario visivo della pienissima giornata divisa tra Vellore e Tiruvannamalai, queste due località che sembrano quasi personificare le due anime dell’India: quella che vorrebbe quasi essere inglese, solenne, legata alla sua tradizione militare, orgogliosa di sé e nazionalista (Youtube ha scelto come immagine di copertina un viso molto azzeccato, per dirla), ma anche pur sempre indulgente e straordinariamente accogliente, e l’altra, quella eterna che sopravvive quasi immutata ad ogni variazione storica ed è la preistoria primigenia, miserabile, atrocemente sofferenre e sporca, ma felice.

ecco allora quella incredibile pluralità di esperienze, accoppiate quasi a forza nell’arco di qualche ora e ancora più in qualche decina di di minuti di video:

. . .

ma devo ancora adempiere alla promessa del post precedente e riferire come andò la notte indigesta infernale successiva, utilizzando sempre la mail a casa della sera dopo:

Marta, Rocco, Sara, Fabia  14, 2005 5:44 PM pensieri di una giornata felice

Ieri sera, come vi sarete accorti se mi state leggendo o come vi accorgerete quando mi leggerete, ho sospeso le trasmissioni praticamente di colpo, perche il pc continuava a impallarsi, il tipo dell”Internet Centre (scovato con tanta fatica in questa cittadina tradizionalista) era anche antipatico e aveva piantato una mezza scena sul fatto che non mi ero tolto i sandali prima di entrare (eh, gia, perche qui ci si toglie le scarpe prima di entrare negli internet cafe, come se fossero dei templi, chissa se vorra dire qualcosa sto fatto). Insomma, mi e mancato il tempo di rifinire completare aggiungere pennellate. Prima di andare avanti lo faccio oggi […] Cosa dovevo dirvi che ho dimenticato? […].

Che sono stato la seconda volta dal barbiere (la prima, non mi ricordo piu se ve lo avevo raccontato e stato la prima sera in Sri Lanka […])

non ne avevo parlato, in effetti, ma qualche ripresa di quel negozio del barbiere la trovate comunque qui:

Ora la barba da vecchio e ricresciuta e via la seconda volta. Il barbiere questa volta era un vecchio molto malmostoso e scayyato che mi tagliato la barba guardando una partita di wrestling su una vecchia tv in bianco e nero, e ogni volta che la folla urlava io tremavo sotto il rasoio. Ma niente danni!

Che se dalla citta scorsa ho abbandonato le posate, nel senso che al ristorante non te le danno piu, da ieri sera ho abbandonato per lo stesso motivo anche i piatti: si mangia sulle foglie di banana. Comunque a proposito di cibo, sono allo stremo. Gastronomicamente l’India e tosta. Stasera ho provato a mettere il ketchup sulle vivande, per vedere se riuscivo a renderle piu dolci, ma ovviamente non e il metodo giusto. Comunque ho trovato un posto stasera dove spacciano gelati al cioccolato, che domattina saranno la mia colazione.

Ieri sera siccome ordinare e sempre uno sparo nel buio, per non dire una roulette russa, dato che se ti portano la “traduzione” in realta e sempre e soltanto una trascrizione dalla loro scrittura al nostro alfabeto, ma non si capisce una mazza, siccome non ero riuscito ad adocchiare negli altri tavoli come faccio di solito e poi sempre alla cieca indico quello li, ho provato con l unica cosa che si capiva: Roast paper, e ho cominciato a sognare arrosti alla carta, dimenticandomi che, per la gioia di Sara se fosse qui, la cucina del Tamil Nadu e rigorosamente vegetariana. E infatti cosa mi portano? Un foglio gigante di pane, sottile come un cartoncino, di almeno un metro di lunghezza per 20 cm di largheyya su due imponenti foglie di banana: faceva un figorone, con le sue sei salsine, una piu feroce dell”altro. Era pane arrostito nell’olio. Io che avevo una fame boia perche a mezzogiorno salto il pranzo, l ho mangiato tutti e poi mi e arrivata anche una frittata di cipolle che non sono riuscito a finire.

Risultato? Una notte indigesta infernale come sentirete.

A mezzogiorno non mangio perche di solito sono sempre in giro in qualche posto lontano da ristoranti e poi perche vorrei perdere qualche chiletto, ma mica ci riesco. Gli indiani, che hanno l’occhio giusto, lo hanno capito subito che sono un uomo grasso, – per loro anzi sono in complesso un uomo grande e grosso […] 

. . .

finalmente sono dunque rientrato dunque nel mio scimmiesco hotel di Tiruvannamalai, ma la citazione della mail è stata già anche fin troppo lunga e non è il caso di insistere. la descrizione del resto della nottata la rinvio al prossimo post.

[…] Ritornato alla mia cella (senza piu incontri di scimmie) l ho scoperta trasformata in un fornellino. Avevo lasciato la finestrina (piccolissima) aperta sul tramonto, e forse per questo o forse perche tutto il giorno si era viaggiato anche su autobus e riscio sempre sul ciglio dell”effetto scirocco, cioe con l’aria piu calda del corpo, il letto scottava e i muri anche.

E inoltre cipolle e pane fritto nell’olio provocavano una sete infernale. Piu bevevo e peggio stavo, ho continuato a rigirarmi soffrendo, tra mille pensieri.

e in quel caldo infernale, dovendo pur pensare a qualcosa per distrarmi, una intuizione illuminante: la mia filosofia sul carattere di mera probabilita e non di esistenza (nel senso platonico e parmenideo) del reale e la teoria buddista, ma anche induista dei cicli di reincarnazione son molto piu vicine di quanto appaia, anzi l’una appare quasi come una variante linguistica dell’altra. Tutte concorrono allo scopo di alleviare la sofferenza del vivere, dicendo che quello che ci capita in questa vita e solo una delle tante possibilita e che in qualche modo esploreremo anche le altre. In questo modo la vita diventa mera rappresentazione. Solo che per motivi, come dire, politicamente comprensibili, Buddha affida al comportamento morale e non al caso la sequenza delle reincarnazioni, cioe fa diendere dal comportamento morale tenuto in una vita la qualita della vita alternativa che ci aspetta.

Mi sono anche chiesto se la mia filosofia potrebbe essere applicata all”india, la risposta e no. Io non so se sia vera o no, come a volte mi sembra questa idea che giudica una arroganza ridicola, figlia del pensiero reazionario greco del V secolo avanti Cristo, quella che pretende di dividere tutto tra si e no, tra essere e non essere e non coglie invece le infinite sfumature intermedie che colorano il mondo, ma tuttavia essa e sconfortante, piu che confortante. Non da molto conforto dire che noi non esistiamo, come crediamo, al massimo ci siamo per un momento prima di sparire nel passato, emergendo dalla nebulosa delle infinite probabilita di volta in volta con una che [non] diventa [probabile] reale per il fatto di entrare nel nostro orizzonte di coscienza. Mah!

Certo e che se ad ognuno che ci chiede sei questo o quello, rispondessimo sempre quanto di questo e quanto di quello, la vita migliorerebbe per la morte degli integralismi.

Ritorno a quel bellissimo dondolare la testa di qui: vuoi che ti risponda si? Potrebbe essere se tu vuoi, ma potrebbe essere anche di no, come faccio a risponderti?

Comunque non sono troppo sicuro di avere ancora capito benissimo questo dondolio, sto approfondendo.[…]

.

sarà solo il caso di correggere, come ho fatto, una espressione sbagliata nella improvvisazione frettolosa della mail, per provare a renderla meno incomprensibile.

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Una risposta a "seconda giornata a Vellore e prima giornata a Tiruvannamalai, Tamil Nadu, India. videodiario 13 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 426"

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