a Fabia, Marta, Rocco, Sara 13 agosto
[…] l’elefante che piglia le 5 rupie e ti da la benedizione in testa con la proboscide […]
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perché nei templi indiani più importanti si ospita un elefante sacro?
nei testi sacri indù l’elefante è colui che rimuove gli ostacoli e in questa religione è il simbolo di autorità, saggezza, forza.
non conoscevo questa tradizione, prima di questo mio primo viaggio in India, ma ne avevo già visto uno nel tempio di Vellore, in mattinata, quel 13 agosto 2005; ma era piccolo e sembrava depresso.
questo elefante nel tempio di Arunachaleswar a Tiruvannamalai, che vedo nel pomeriggio, è invece altrettanto imponente del tempio in cui si trova.
inoltre è addestrato a ricevere con la proboscide una piccola offerta dal fedele o dal visitatore, come nel mio caso (l’elefante non fa differenze fra credenti o no) e a ricambiarla con un gesto di benedizione, che consiste in un colpetto dato sempre con la proboscide sulla testa china.
nel video mi faccio riprendere proprio in questo momento.
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e adesso non temo di espormi alle disapprovazioni di un mondo che non è più il mio, dicendo che trovo questo momento non soltanto superficialmente divertente, ma anche intenso emotivamente.
già qualche anno fa, pubblicando alcune riprese dell’anno prima degli elefanti che partecipano alla grande processione del dente di Buddha, a Kandy, nello Sri Lanka, mi trovai coinvolto in accese discussioni con alcuni indignati animalisti.
ma tutto questo sdegno non fa per me: non vedo questa enorme sofferenza negli animali, e anche se ce ne sarà sicuramente un po’, fa parte della quota di sofferenza che dobbiamo considerare accettabile, se non addirittura positiva, nella vita di ogni essere che la riceve, umano oppure no.
questa intollerabile pretesa di cancellare ogni negatività dalla vita sociale dell’umanità, la considero l’estrema fanatica manifestazione di un narcisismo esasperato e di un perfezionismo intollerabile.
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purtroppo non mancano i guasti che questa nuova cultura produce anche in India, ed ecco perché mi fa un po’ paura l’idea di ritornarci e di trovare in via di distruzione la sua cultura.
leggo della grande soddisfazione animalistica perché in un tempio del Kerala l’elefante naturale è stato sostituito da un elefante robot, che compie le stesse azioni guidato da qualche perfetta intelligenza artificiale suppongo.
chi venera la perfezione di un mondo senza dolore sarà presto soddisfatto, immagino, dalla diffusione universale di robot assolutamente insensibili al proprio servizio.
se poi questi diventeranno abbastanza intelligenti nel campo, non si faranno scrupolo di eliminare anche gli esseri umani, in quanto imperfetti perché sottoposti alla sofferenza.
ma per fortuna, queste follie sono alla fine, perché, volenti o nolenti, gli esseri umani stanno per essere riprecipitati dalla crisi climatica in una dolorosissima barbarie e nella lotta per la sopravvivenza.
resta dubbio se i perfezionisti della negazione assoluta del dolore saranno capaci di adeguarsi alla nova realtà, oppure se spariranno per primi.
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ma mi scuso di questa divagazione approssimativa e senile e spero che chi ne è capace, almeno, si goda questa breve scena, senza i rimorsi che io non ho.
forse a breve non sarà più possibile guardarne di simili e anche verrà vietata e bandita come una specie di spettacolo osceno: l’oscenità della vita reale.
Una risposta a "la benedizione dell’elefante sacro nel tempio di Arunachaleswar, Tiruvannamalai, Tamil Nadu, India. 13 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 422"