non si capisce bene a questo punto se il motivo principale di interesse nel percorso che mi porta al tempio di Arunachaleswar, quel 13 agosto 2005, stia ancora nella ricca vita umana che lo circonda, nelle strade di Tiruvannamalai, oppure nell’imponenza architettonica del tempio, un monumento in grado certamente di rivaleggiare con le più imponenti delle nostre cattedrali cristiane e forse perfino di superarle tutte, almeno per grandiosità.
comunque mi occupo di questa, adesso.
di templi hindu ne ho già visti e mostrati parecchi in questi primi sei giorni nel Tamil Nadu, ma questo supera quelli visitati finora non solo appunto per la potenza della vita religiosa che lo anima, che ora attrae la mia attenzione ancora di più, perché è la prima volta che entro in contatto con lei, ma anche per le dimensioni della struttura, 10 ettari!
ecco come comincio a presentarlo nella solita mail a casa della sera:
.
a Fabia, Marta, Rocco, Sara 13 agosto
[…] Il paese [di Tiruvannamala] si caratterizza per il tempio (uffa, dico io) uno dei cinque piu importanti dell”India, e vvabbe. E invece! Ragazzi, non provo neppure a descrivervelo. vi dico solo che la torre piu imponente e alta 120 metri, 120 metri finemente scolpiti, ma ce ne sono molto altre piu piccole […]
non importa molto, credo, se l’altezza del gopuram qui indicata è sbagliata e la torre è alta poco più della metà, 66 metri; ha comunque uno slancio potente che la proietta verso il cielo e che emoziona.
.
già avvicinarsi soltanto all’ingresso del tempio, significa entrare gradualmente in contatto con la religiosità indiana, perché nelle strade antistanti all’enorme recinto si svolgono i riti della pietà legati a quella fede.
questo luogo sacro è dedicato sempre a Shiva, il centro dei culti nella regione che sto visitando, evidentemente, ma questa volta nella sua incarnazione come Arunachaleswar, divinità del fuoco.
questo è uno dei cinque elementi fondamentali che costituiscono il mondo, secondo la visione tradizionale legata a questa religione, assieme allo spazio, alla terra, all’acqua e all’aria, e questo ci porterebbe facilmente ad un confronto con le prime filosofie della Grecia antica.
ne accenno in una mail a casa di tre giorni dopo:
a Marta, Rocco, Sara, Fabia Aug 16, 2005 4:40 PM sconvolgente
[…] Il tempio di cui vi ho parlato nella mia ultima mail e uno dei 5 principali dell’India, come vi dicevo, ed e dedicato al fuoco, che arde ininterrotto in un piccolo tenebroso braciere all’ingresso. Gli altri 4 sono dedicati rispettivamente all’acqua, alla terra, all’aria e all’infinito.
E non e sorprendente questo legame cosi esplicito e diretto tra la religione indu e le origini della filosofia greca – QUESTA [postazione internet] INVECE NON FA IL PUNTO DI DOMANDA, PAZIENZA. Neppure l’India e totalmente avulsa dalla civilta occidentale, con la quale al tempo di greci e romani aveva pure dei rapporti. […]
.
ma il fuoco qui è visto non soltanto nel suo aspetto fisico, ma anche come forza che produce l’illuminazione e la conoscenza.
questo è dunque il tempio del fuoco del sapere, e i bracieri accesi a cui si accostano i fedeli in segno di venerazione hanno questo significato (lo scopro adesso, allora non lo avevo capito…).
il fuoco distrugge dunque il buio dell’ignoranza e del male che ne nasce, e così, ad ogni simbolico plenilunio, che vede il trionfo della luce della luna, i fedeli si radunano qui, per fare il giro a piedi della brulla montagna retrostante.
purtroppo quel 13 agosto la luna aveva raggiunto soltanto il primo quarto.
. . .
il monte è strettamente collegato al tempio (a volte evidenziato nel video, proprio per questo).
fu su questo, infatti che Shiva pronunciò il suo insegnamento più importante: la necessità di superare i limiti dell’Io.
qui, secondo il mito, Brahma e Vishnu lottavano per affermare ciascuno la propria supremazia e a loro apparve Shiva sotto forma di colonna di fuoco, sfidandoli a trovarne l’inizio e la fine.
poiché nessuno dei due ci riuscì, Shiva dimostrò che il vero sapere è sapere di non sapere e che il riconoscimento dei propri limiti porta al superamento dell’affermazione malsana dell’io.
. . .
questa è la profonda saggezza che sembrano avere assimilato i suoi fedeli che qui si inchinano davanti ai bracieri delle fiamme ardenti.
e forse qualcosa di questo insegnamento dovrebbe arrivare fino a noi.
mi viene in mente, non si perché, il Monte delle Beatitudini dove Jeshuu pronunciò i suoi insegnamenti, secondo la mitologia cristiana.
spero di non sembrare blasfemo se dico che, in tutta la loro bellezza e profondità, impallidiscono però di fronte a quelli che hanno formato il cuore e la mente dell’India.
è un confronto tra un cristianesimo fortemente impregnato di spirito terreno e di voglia di rivalsa, che neppure sa riconoscere bene in se stesso, e considera anzi una manifestazione di mitezza, e la mitezza vera dell’India che nasce dalla rinuncia e dall’abbandono.
Una risposta a "l’esterno del tempio di Arunachaleswar, Tiruvannamalai, Tamil Nadu, India. 13 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 420"