le strade di Tiruvannamalai, quel 13 agosto 2005, che è un sabato, appaiono imbandierate: una grande festa è ancora in allestimento e, data la particolare combinazione dei giorni della settimana di quell’anno, durerà fino alla domenica, in preparazione della giornata dell’indipendenza, che cade il 15 agosto, e quindi anche in India, come da noi, è un giorno festivo, lì il più importante dell’anno.
a quanto posso ricordare, di questo non avevo alcuna consapevolezza quel giorno; ne parlo infatti soltanto nella mail a casa di due giorni dopo.
per il momento mi godo la festosità dei preparativi senza chiedermi perché: del resto, tutto mi sembra così nuovo, sorprendente e sconvolgente in quella città, che non ho molto tempo per riprendermi e farmi delle domande razionali.
in ogni caso lascio gli eventuali spettatori alla visione del video, che parla da solo.
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io invece approfitto dell’occasione per appuntarmi qualche informazione su quel momento storico, che fu certamente il trionfo del sogno gandhiano dell’indipendenza, raggiunta senza guerre, ma in realtà fu poi così tragico e scatenò una tale ondata di violenza, che è come se l’India avesse voluto recuperare di colpo, in pochi giorni convulsi, i morti che una vittoria senza guerra le aveva evitato fino a quel momento.
l’indipendenza, promessa dagli inglesi durante la seconda guerra mondiale, venne concessa per il giorno 15 agosto 1947, in effetti, ma l’India britannica era una realtà ben più vasta dell’India di oggi, e l’indipendenza venne data frammentandola.
l’India inglese comprendeva anche Bangla Desh (in origine parte del Pakistan), Sri Lanka, su cui l’Inghilterra mantenne il controllo ancora per un anno, concedendogli l’indipendenza soltanto nel 1948, ma originariamente sotto forma di monarchia di cui era regina Elisabetta II, e Myanmar, a cui l’India riconobbe una propria indipendenza nel gennaio 1947, sotto il governo del generale Aung San, che però venne assassinato, a soli 34 anni, il 19 luglio di quell’anno, ad opera di un avversario politico.
Nepal e Bhutan pure fanno parte del sub-continente dal punto di vista geografico, ma il primo era riuscito a mantenersi indipendenti dal Regno Unito, mentre sul secondo l’Inghilterra aveva stabilito soltanto soltanto un protettorato, cessato pure nel 1947.
ma, tornando all’indipendenza indiana, i giorni che precedettero il 15 agosto 1947 furono di trattative convulse tra Gandhi e Mahomedali Jinnahbhai, che poi aveva cambiato il suo nome in Mohammad Ali Jinnah, ed è considerato il padre del Pakistan.
Gandhi tentò in tutti i modi di conservare l’unità del paese, ma senza successo, pur arrivando a proporre a Jnnah di fare lui il primo ministro dell’India unificata; ma venne sconfessato dal suo stesso partito, quello del Congresso.
così Lord Mountbatten, cugino della regina Elisabetta II e zio di suo marito Filippo, che svolgeva il ruolo di viceré dell’India e sarà assassinato dall’IRA in Irlanda anni dopo, annunciò la partizione del paese in due stati, ma soltanto il giorno prima, il 14 agosto.
ne fissò unilateralmente i confini, ma lasciando diverse regioni fuori dalla partizione e d’altro lato dividendo alcuni stati, che ne facevano parte, tra zone a maggioranza induista e altre islamiche.
questo scatenò una tremenda guerra civile con massacri di massa, che fecero circa un milione di morti e dieci milioni di profughi in una serie di conflitti locali e progrom tra le due comunità, che posero le premesse di una conflittualità che non si è ancora esaurita, anzi vede continue tensioni e conflitti locali periodici.
così, ad esempio, per la questione del Kashmir, che è islamico, ma rimase in larga parte all’India, per decisione del maharaja indù dello stato, che del resto non è l’unico dell’India a forte e a volte prevalente presenza islamica: ad esempio lo stato di Hyderabad, era rimasto pure fuori dalla partizione di lord Mountbatten e solo nel 1948 entrò a fare parte dell’India, in cui era peraltro era compreso, a centro del Deccan.
il 15 agosto 1947, giorno dell’indipendenza, fu dunque anche quello del crollo del sogno gandhiano, proprio nel momento del successo.
lui stesso del resto venne assassinato da un fanatico indù pochi mesi dopo, il 30 gennaio 1948, per avere imposto all’India, con un digiuno, di pagare al Pakistan la somma concordata negli accordi di spartizione, che poi veniva trattenuta.
ma Gandhi stesso aveva detto: La morte sarebbe una gloriosa liberazione per me, piuttosto che restare un testimone impotente della distruzione dell’India, dell’induismo, del sikhismo e dell’islam.
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quanta storia, ignorata dalla nostra scuola eurocentrica e dalla parzialità della nostra cultura, forse necessaria o quanto meno inevitabile.
e chissà quanti di quelli che si preparano a festeggiare quel giorno a Tiruvannamalai la conoscevano, perfino loro.
Una risposta a "preparativi della festa nazionale a Tiruvannamalai, Tamil Nadu, India. 13 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 418"