il viaggio di tre ore da Vellore e la successiva sistemazione nell’hotel delle scimmie, con qualche ulteriore breve momento di riposo, forse, fanno sì che quando esco quel 13 agosto con la mia cinepresa per le strade di Turuvannamalai è già pomeriggio avanzato.
e il fascino del tempio della città che mi reco a visitare, e che vedremo prossimamente, è tale che nella mail a casa scritta quella sera stessa, dopo il resto già visto, ci si concentra soltanto su di lui.
per fortuna non avviene altrettanto con le riprese e qui per il momento del tempio si intravvede soltanto, in qualche momento, emergere tra le case il suo più alto gopuram, la torre d’ingresso dei templi tipica del Tamil Nadu.
quasi mi travolge anche emotivamente l’esuberante vita di strada che si svolgeva sotto i miei occhi curiosi e sotto l’obiettivo che cercava di coglierla come poteva.
ma il dirne qualcosa rimane affidato a queste note di commento di oggi, che nascono da una visione così lontana dalle emozioni di allora.
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direi allora che colgo, con uno sguardo quasi scientifico, delle precise assonanze tra queste e le immagini registrate solo meno di due mesi prima ad Addis Abba, in Etiopia, tanto che, se non fosse per il colore della pelle e i tipi fisici, si avrebbe quasi l’impressione di essere tornai lì nelle immagini di certe bottegucce rumorose e coloratissime, nell’animazione dei venditori e degli artigiani, ma soprattutto nella vera e propria baraccopoli, che si sviluppa non troppo lontano dalle strade principali.
la povertà affratella e rende simili, da un lato, ma dall’altro si coglie anche con nettezza la differenza tra quell’enorme accampamento improvvisato che ad Addis si dà il nome di città e una città vera come questa, con i suoi millenni di storia.
ma soprattutto sono evidenti le differenze culturali, per l’animazione che attraversa la gente di Tiruvannamalai, la vivacità del movimento, la socialità dell’insieme, che contrasta in modo netto con la rassegnata accettazione della sua condizione da parte della città etiope.
credo che questo possa essere ricondotto anche ai due diversi momenti della storia locale in cui si svolsero queste due visite: ad Addis a pochi giorni e quasi poche ore da una violenta repressione di piazza che aveva fatto decine di morti nelle strade e qui, invece, nell’antivigilia della festa nazionale del 15 agosto, la più importante dell’India.
voglio pensare che la particolare animazione del momento possa essere ricondotta alla festa che si avvicina; rimane il fatto che anche in altri momenti l’India mi è apparsa sempre così: travolgente di una vitalità che germoglia ancora più forte dalla miseria.
Una risposta a "strade della città di Tiruvannamalai, Tamil Nadu, India. 13 agosto 2005 – quando si poteva viaggiare – 417"