e` ormai sera (23 settembre 2014):
scendo dal promontorio verso le rive del lago di Rotorua.
i videoclip si moltiplicano, anche rispetto alle mie stesse aspettative, e si frammentano in brevi nuclei tematici omogenei.
ma come rimpiangere di avere fotografato questo promontorio solitario e silenzioso che si spinge nel lago – caldera di Rotorua?
c’e` qualcosa di cosi` tipicamente neozelandese nel paesaggio, e nello stesso tempo di assolutamente originale ed irripetibile…
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e poi scendo al lago, su un punto non ancora visto, e neppure segnalato dalla guida, che e` uno dei luoghi piu` belli di Ruturoa:
lontano da ogni richiamo turistico ho trovato la Nuova Zelanda forse piu` autentica del mio viaggio.
e il tema della morte…
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una chiesa cattolica e una chiesa anglicana, piu` avanti, ma anche un tempio degli indigeni, una barca tipica, con le statue a bordo per portare fortuna, la foce di un fiume, fumante anche qui in ogni dove, la luce che tende a spegnersi nel lago, dei ragazzi che sembrano slavi che si scaldano ad un tombino che gorgoglia violentemente, l’odore di zolfo dappertutto, da ore e ore del resto, e` come essere alle terme a fare qualche terapia.
il breve videoclip amplifica un poco questo piccolo spunto del diario di viaggio 2014,
e presenta alcune isolate immagini della vita quotidiana di una Rotorua distante dai suoi fasti turistici:
sono forse gli emarginati che vivono ai suoi margini, accampati in una roulotte, ad esempio,
che non rinuncia tuttavia ad un giardino immaginario con almeno alcuni dei suoi sette nani di terracotta…
be’, sono spudorato e lo dico: sono orgoglioso di avere scovato questo lato della Nuova Zelanda che nessun opuscolo turistico mettera` mai in evidenza.
ma poi il videoclip vorrebbe anche porre questa domanda:
che cosa significa vivere a Rotorua non da turisti di passaggio, ma da abitanti per cosi` dire stabili…
di una citta` dove e` normale che nell’asfalto delle strade si aprano all’improvviso delle buche,
da cui scaturisce acqua bollente e fango che gorgoglia?
e il mio cuore, il mio cuore un poco scoppiato, dopo tanto viaggiare: ma quello non si puo` fotografare.
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si conclude con questo secondo tramonto sul lago e con questo videoclip l’intensa giornata di Rotorua (23 settembre 2014).
per una coincidenza della quale mi rendo conto soltanto ora, e` stata anche la giornata che ha segnato la svolta tra la prima e la seconda meta` del mio viaggio intorno al mondo,
e anche quella dove ho raggiunto il punto piu` lontano da casa.
non bastasse, era anche l’equinozio di autunno.
dunque tutto il pianeta, assieme a me, ha cominciato a scivolare nella direzione del ritorno.
coincidenze che neppure la Divina Commedia…
giuro che non l’ho fatto apposta.
pero` tu, sparuto lettore, o piu` probabilmente lettrice, che passi di qui, lascia perdere queste stramberie.
e goditi soltanto i colori del tramonto neozelandese.
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nelle parti in neretto ho riprodotto, con qualche modifica, la quinta parte del post FUGA DA HAMILTON: L’INCREDIBILE ROTORUA, NUOVA ZELANDA – MY ROUNDTHEWORLD N. 72 – 555.
e ho integrato con questi post, inseriti nel testo in caratteri normali:
Rotorua, il promontorio – VIDEOCLIP n. 455
Rotorua, chiese sotto il promontorio in riva al lago – VIDEOCLIP n. 456
vita quotidiana in una Rotorua alternativa – VIDEOCLIP n. 457
Una risposta a "Rotorua, il promontorio – my roundtheworld 72 (5a parte) -119"