mi sveglio poi alle due e mezza, con tre ore di anticipo, e sto ancora rispondendo ai commenti, quando la sveglia del cellulare comincia a suonare, per fortuna, perche` ero talmente preso che mi sarei dimenticato.
il check out l’ho fatto ieri sera, la fermata del bus per l’aeroporto e` a 20 metri dall’ostello; arriva un poco in ritardo, ma c’e` tutto il tempo di arrivare con calma, notare la sorprendente disorganizzazione dell’aeroporto di Auckland, dove e` obbligatorio il check in elettronico, senza alcun cartello che lo comunichi, per cui occorre fare la coda tre volte: la prima per il check in normale e sentirsi dire che si deve fare quello elettronico, la seconda per il check in elettronico e la terza per lasciare il bagaglio.
io sono doppiamente sfortunato, perche` il mio passaporto non viene riconosciuto dallo scanner, e poi – mi si rizzano i capelli dallo spavento a leggerlo – il bagaglio a mano non puo` superare i 7 chili.
che cribbio faccio, adesso? so gia` dall’arrivo che il mio bag normale va sui 18, ma il bagaglio a mano viaggia sugli 11.
metta tre chili dentro il bagaglio ordinario, mi fa l’addetta:
una parola, la capienza e` al massimo;
ma lei vede sbucare dalla sacca grande la sacca piccola comperata ad Hanoi; ha una seconda borsa? butti il peso eccedente li` dentro;
insomma il bagaglio a mano non puo` superare i 7 chili, ma puoi averne piu` di uno.
ed eccomi alla fine della breve tempesta, gestita con calma perfetta, mentre all’inizio del viaggio mi avrebbe buttato nel panico completo…
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la partenza del volo da Auckland a Papeete nella prima parte di questo video:
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sull’aereo, un tipo che ha voluto mettere il figlio accanto al finestrino, dove io mi ero piazzato, arrivando prima e sperando nell’indulgenza o indifferenza del titolare, mi chiede di prendere il suo posto, nella fila avanti, per potere stare accanto al figlio.
rinuncio ad una ritorsione istintiva del tipo hai rotto le palle per il finestrino e ora vuoi la flessibilita` sulla fila?
oltretutto, davanti, il finestrino e` praticamente cieco e faro` tutto il viaggio senza vedere nulla dei favolosi mari del Sud.
ed eccomi di fianco ad un uomo grande e grosso, di straordinaria bellezza virile e imponenza fisica; tra me e me commento che dovrebbe fare l’attore, anche se alla fine colgo qualcosa di ambiguo nella esibizione di tanta mascolinita`; della serie che chi e’ troppo maschile a volte e` gay.
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nelle sei ore di trasvolata (Papeete dista da Auckland piu` di quanto Il Cairo disti da Milano) io per un po’ mi ascolto un oratorio di Haendel, Israel in Aegypto, che mi facilita il dormire,
ma istintivamente con la coda dell’occhio vedo che il tipo sta invece guardando un film ambientato tra i nazisti nella seconda guerra mondiale.
quando mi risveglio e sono stufo di quell’oratorio lunghissimo che non finisce piu` cerco qualche film da guardare:
un assaggio dello Hobbit, per rivedersi qualche paesagio neo-zelandese, ma poi la motivazione e` troppo bassa per resistere alla storia insulsa e agli effetti speciali (ho provato tre volte a leggere il libro e mai sono riuscito a superare la seconda pagina, con buona pace del mio amico o quasi Franco Manni e delle sua rivista specialistica on line sulla Terra di Mezzo).
non trovo altro di vagamente interessante nella programmazione delle New Zealand Air Lines che giusto quel film che sta guardando il mio vicino di sedile: Monuments men, regia di George Clooney, che e` anche il protagonista, espressivo come un’asse di legno piallata, di questa storia di una pattuglia speciale americana che tra il 1944 e il 1945 cerca di salvare le opere d’arte trafugate da Hitler nei paesi occupati, delle quali il Fuehrer ordina in una direttiva la distruzione, nel caso di sua morte.
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ora, neppure questa storia sarebbe troppo interessante, a parte l’ambientazione storica reale o quasi, che comunque ha qualcosa di piu` forte delle puerili fantasie di Tolkien, se non fosse che il co-protagonista e` Matt Damon.
e allora? dira` qualcuno?
il fatto e` che il bell’uomo seduto di fianco a me e` assolutamente identico a Matt Damon!
possibile? e che ci fa Matt Damon in volo in classe turistica per Papeete?
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insomma, mica ci credo che quel tipo il cui gomito preme contro il mio, possa essere questo celebre attore, e quindi passo il mio tempo a guardarlo con la coda dell’occhio o con qualche scusa e a cercare di trovare qualche differenza con l’attore del film.
d’accordo, nel film ha i capelli brizzolati un poco sopra le orecchie e qui non si direbbe, ma magari i capelli sono tinti, o nel film, perche` hanno voluto invecchiarlo un poco, o qui nella realta`, perche` lui ha voluto ringiovanirsi prima di venire qui.
ma la forma del naso, invece, e` perfettamente identica; magari il labbro inferiore nel film appare un poco meno sporgente, ma e` perche` non viene ripreso mai perfettamente di profilo come invece lo vedo io nei miei controlli.
semmai, nel film buona parte dell’imponenza fisica che ha quest’uomo al mio fianco si perde, in altre parole, se questo e` davvero Matt Damon, e` molto piu` bello dal vero che in film, e se invece non o e`, qui c’e` uno anche piu` bello di lui che non ha fatto l’attore.
ma forse tutto dipende dal fatto che il regista non lo ha guardato dal sotto in su come lo sto guardando io, dalla mia modesta statura.
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insomma, alla fine, se ho viaggiato davvero con Matt Damon da Auckland a Papeete, io non ve lo so dire, ma se non era lui era una sua controfigura oppure un sosia, ecco tutto.
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fino a ieri, 1 marzo 2018, ho continuato a chiamare Dillon il Damon; ha pensato mia figlia Marta a farmi notare l’errore.
mah!
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nelle parti in neretto ho riprodotto la prima parte del post I MIEI PRIMI DUE GIORNI DI 36 ORE – MY ROUNDTHEWORLD N. 778 – 566. contenuto nel post ADDIO AD AUCKLAND E A CHANEY – MATT DILLON, FORSE, E I MIEI PRIMI DUE GIORNI DI 36 ORE – MY ROUNDTHEWORLD N. 77 E 78 – 565 E 566.
la foto e il link al video di Youtube sono aggiunti ora.
Una risposta a "da Auckland verso Tahiti: Matt Damon, forse – my roundtheworld 78 (seconda parte) -111"